giovedì 5 gennaio 2012

Le tre missioni di Nietzsche



1) trasformazione della filosofia in moralismo, cioè distruzione della filosofia in quanto basata sulla logica e
sui concetti;
2) trasfigurazione della crisi storica della civiltà in poesia tragica;
3) fondazione della religione laica.


Ad 1) e 2).
L'insofferenza della falsità in tutte le sue forme (menzogna, ipocrisia, illusione) è il denominatore comune di tutte le manifestazioni di Nietzsche, l'unità sotto la varietà, la coerenza sotto le contraddizioni. Nietzsche Sentiva la falsità all'odore. Diceva: "Il mio genio è nelle mie narici". La logica è incapace di penetrare la realtà, è una macchina autoaffermativa che rende pensabile ciò che non lo è, ossia la realtà (la ingabbia ma non la penetra). Essa funziona con cose uguali, ma nella realtà non ci sono cose uguali. La psicologia deve prendere il posto della logica. "Da Copernico in poi l'uomo rotola dal centro verso una x". La realtà è una x. 


Che cos'è la verità? "L'errore di cui abbiamo bisogno per vivere". L'uomo, secondo Spinoza e anche Nietzsche, è un conatus suum esse servandi. E' un organismo impegnato, sempre attivo, anche nel sonno, teso a conservarsi e ad accrescersi. Dunque tutto quello che pensa ha una direzione: la volontà di potenza. La sua verità è, in quanto aggregata ai bisogni vitali, un errore, un errore utile, anzi necessario. Qual è allora il criterio della filosofia, se non è la verità? E' valida quella filosofia che aiuta i forti, destinati per Nietzsche a soccombere al maggior numero e all’astuzia dei deboli. I sistemi filosofici sono interessati alla dimostrazione dell'ordine morale del mondo, ossia a imporre alla realtà, non umana, un ordine umano, a umanizzarla, per i nostri fini. Nietzsche distrugge i sistemi col rigore morale, il quale può configurarsi, con la sua intima coerenza, come un diverso sistema, un sistema morale appunto contro i sistemi concettuali. La verità per Nietzsche è la visione dionisiaca, la visione della natura selvaggia dai contrasti irredimibili, senza principio e fine, senza fondamento, fatta di creazione e distruzione, di perpetua competizione degli innumerevoli quanti di potenza, Machtquanten. La legge della natura è la sopraffazione, lo sfruttamento e la schiavizzazione dei deboli da parte dei forti (superuomo, uomo forte = Gewaltmensch, volontà di potenza). "La schiavitù è condizione di ogni civiltà e di ogni innalzamento della civiltà". Non esistono meriti e colpe, esiste solo il grande fatalismo della natura. Bisogna eliminare i malriusciti. Eliminata la conoscenza, eliminata la morale (il nichilismo è queste due negazioni), resta solo la natura, il "terribile testo homo natura". Tutto questo è un percorso strettamente individuale e filosofico. Mai si parla o si pensa alla politica. Tuttavia esso corrisponde in pieno alla crisi storica, al tramonto dell'Occidente. Diventerà l'ideologia fascista. Perché Nietzsche, inattuale e apolitico, è, a sua insaputa, una creazione della crisi e dell'attualità, che si irradiano nella filosofia come nella morale, nella politica, nell'arte e in tutte le cose umane. Il percorso individuale di Nietzsche è un effetto solo formalmente autonomo, la causa è la crisi storica. La trasfigurazione della crisi in poesia tragica dà corpo spirituale alla crisi, la legittima e la accelera. Con pieno diritto i vari fascismi si richiamano a Nietzsche.


Ad 3).
Col declino del cristianesimo, nel 1400, comincia l'ascesa della civiltà laica. Ma se non c'è più Dio a proteggerci e vegliare sul nostro cammino, gli uomini fanno fatica a reggersi da soli. Affermazioni e sbandamenti si alternano continuamente, e tuttavia il processo di laicizzazione non si arresta. Le tappe nei due sensi - affermazione e negazione - sono tante, si chiamano Montaigne, Descartes, Spinoza, Hobbes, Leibniz, Hume, Kant, Hegel e alla fine Schopenhauer, come picco del pessimismo, massima opzione del no. Anche però come massimo sprone al progresso in senso contrario, Nietzsche, approdo di un processo di almeno sei secoli, che sostituisce la religione cristiana e la religione positiva in genere con la religione laica, fatta di accettazione del posto infinitamente subordinato dell'uomo nell'universo, come cellula di un immenso organismo, che però per la sua essenza, parte dell'essenza divina della vita, ama se stesso e la vita come dilatazione di se stesso, nonostante le circostanze della vita, cioè gli orrori del mondo, che obbediscono a leggi superiori, non umane. Il male non è altro che l'essere cellula di un grande organismo di cui si devono subire le leggi. E' una religione difficile, ma non necessariamente filosofica, si incarna nei tantissimi che amano la vita nonostante tutto. Perché, lo ha detto Spinoza, “L’uomo conosce l’eterna e infinita essenza di Dio”, anche fra gli orrori. La religione laica è comunque la sola che non offenda la verità, l’intelligenza e la dignità umana, come fanno invece le religioni positive. E' anche la più umile, perché pensa l'uomo fatto per il
creato e non, come il cristianesimo, il creato fatto per l'uomo. 


Aggiungo la spiegazione rimasta incompleta del fatto che chi, come Nietzsche, non è un vero filosofo (in senso stretto) e si mette a filosofare, crea disastri. La sua trasvalutazione è un'intuizione geniale perché scopre i motivi, più che egoistici, fisiologici dietro le pretese morali e spirituali che si accampano. Ma sviluppata filosoficamente, cioè sistematicamente, come Nietzsche fa, traduce tutto ciò che è spirituale nel naturale e sfocia nella lode dell'animalità e della ferocia.
Sossio Giametta