sabato 24 dicembre 2011

Rinascimento per rinascere

Nella biblioteca di Alfonso, nobiluomo di un altro tempo, i filosofi salentini Cesare e Francesco Maria, entrambi ospiti, a Napoli, del comune amico, si trovano a discutere di un nuovo “fermento culturale” che sembra prender piede nella loro terra d’origine, la Terra d’Otranto. Cesare ha da poco ricevuto una lettera del fratello Mario, con la quale gli viene comunicata la nascita delle “Officine Filosofiche di Terra d’Otranto”, ad opera di alcuni giovani del luogo. Il loro intento, si legge nella lettera, è quello di far rivivere il pensiero filosofico del Rinascimento salentino.

Cesare
: Illustrissimo Francesco! Mi è giunta lettera da Mario, fratello mio. Par che, in Terra nostra, audaci et volenterosi giovani si ingegnino per ricuperar le nostre gesta, e l’opre nostre. Che ‘l Rinascimento stia per Rinascere?

Francesco Maria
: Oh, Padron mio! Saluti a voi et alla lieta novella che mi date! E dite: come essi voglion fare? Perdonate i dubbi miei. Sarà mica un gioco di putti il loro?

Cesare
: Oh, no di certo! Si son riuniti insieme, che l’unione – dicon essi – fa la forza; e si chiamano “Officine filosofiche di Terra d’Otranto”. Il peculiare pensiero nostro si vuol studiare. Han messo per l’alto mare aperto della Rete un’Accademia, che chiamano Hydruntina, per diffondere et valorizzar gli scritti nostri.

Francesco Maria
: Una di quelle che diconsi “Enciclopedie Digitali”?

Cesare
: Per l’appunto!

Francesco Maria
: E chi si cura d’essa Enciclopedia? Della sua forma, intendo, e della sua materia, come direbbe il Filosofo?

Cesare
: Se ne curano in tanti. Et allegramente! Tutti interessati alle cose nostre et alli sublimi pensieri. Storia, Filosofia, pensar teologico, Poesia. E musica soave, eloquenza et anco astronomia. “Ricerca soda, archivi et alto divulgare”, il motto loro! Conviti platonici et incontri intendono organizzare, discutendo di sollazzevoli pensieri et argutamente filosofare.

Francesco Maria
: Mi par impegno non da poco, sire, per una compagnia sì giovane et picciola!

Cesare
: Dite bene. Ma a guidarli nell’impresa – ché la scienza non è mai abbastanza – provvedon i sublimi et affinatissimi ingegni d’ogne parte d’Italia di cui soavemente si compone lo “Comitato Scientifico”: il sommo aristotelico Berti, la maestra di color che sanno Campanella, Germana Ernst, il meridionalista Santoro, il bruniano Canone, Zancani d’Oxford e il platonico Girgenti. Et ancora i salentini Rizzo e Villani Lubelli, e poi Sturlese. Tutti guidati da quell’aquila dei vaniniani ch’è il Raimondi!

Francesco Maria: Non potranno fallire a glorioso porto, se seguiranno la stella del Papuli e dello duca suo Corsano!

Cesare
: E chi di lor nol sa?

Francesco Maria
: Che sia il momento, anco per noi, di ritornare? Che si possa costruire in patria, e insieme, la da voi tanto agognata “Repubblica delle Lettere” col Tafuri e col Rao, con lo Storella e lo Scarpa, col de Balmes e lo Zimara, col Balduino, il Marciano e financo quell’impertinente del Vanini?

Cesare
: Finalmente! Li sogni vostri e miei, questi giovani stan sognando! Orsù, incamminiamoci; che forse anche di noi, laggiù, c’è ancor bisogno!


(Donato Verardi e Manuel De Carli)