giovedì 8 dicembre 2011

Benvenuto Parco Letterario, addio Maestro Nowicki

Due novelle vaniniane: una lieta, l’altra no.

La lieta novella è che Giulio Cesare Vanini è stato inserito nel Parco Letterario della Provincia di Lecce. In quel circuito, cioè, che avrà l’obiettivo di tutelare e valorizzare insieme, soprattutto in chiave turistica, la memoria dei personaggi più illustri a cui il Salento abbia mai dato i natali. Come Carmelo Bene, Vittorio Bodini, Girolamo Comi, Quinto Ennio e, per l’appunto, Giulio Cesare Vanini.

Scontato per il personaggio salentino e pugliese più internazionale e studiato di tutti i tempi? Con una bibliografia di ben 9.000 titoli scritti in 50 idiomi diversi? Niente affatto! Tanto è vero che nel 2009 il nome di Vanini non figurava nella lista dei personaggi “ammessi” ad entrare a far parte del costituendo Parco Letterario.

Un danno scongiurato, ma anche una beffa scongiurata. Tra gli ammessi c’era infatti quel Luigi Corvaglia da Melissano che i più conoscono come l’autore del romanzo “Finibusterre” (1936), ma che per gli studiosi ed i simpatizzanti vaniniani è colui che definì un “plagio gigantesco”, condannandoli di fatto a mezzo secolo abbondante di oblio, gli scritti di Vanini in un’opera intitolata “Le opere di Giulio Cesare Vanini e le loro fonti” (1933-34).

Per fortuna, dunque, ma anche per merito dell’Assessore provinciale alla Cultura Simona Manca (è doveroso segnalarlo), il Parco Letterario della Provincia di Lecce ospiterà al suo interno un “Percorso Vanini” che si snoderà tra Taurisano (città natale del filosofo dove si trovano ben tre abitazioni riconducibili a lui ed alla sua famiglia), Presicce (dove Vanini racconta nelle sue opere di aver assistito a un presunto miracolo, nella locale Chiesa di Santa Maria degli Angeli), Ugento (dove si è da poco scoperto che l’attuale Palazzo Colosso, sede di una importante collezione archeologica, appartenne al filosofo fino al 1607), Lecce (nella cui Villa Comunale si trova un busto di Vanini realizzato da Eugenio Maccagnani nel 1886) e Casarano (dove ha sede l’unico Liceo d’Italia intitolato a Giulio Cesare Vanini, al cui interno peraltro è conservato un busto bronzeo di Vanini realizzato da Donato Minonni nel 1988).

Fin qui la lieta novella. La cattiva è che, proprio nelle stesse ore in cui si avviava l’iter definitivo per la realizzazione di un “Percorso Vanini” all’interno del Parco Letterario della Provincia di Lecce, veniva improvvisamente a mancare alla venerenda età di 92 anni il Prof. Andrzej Nowicki, uno dei massimi studiosi vaniniani di tutti i tempi.

Storico della filosofia e teorico della “incontrologia”; Professore Ordinario all’Università di Varsavia, Wrocław e Lublin; fondatore del Centro di Studi Rinascimentali in Polonia; autore di oltre 1.300 pubblicazioni scientifiche, molte delle quali dedicate a Vanini; Andrzej Nowicki è stato, insieme con Antonio Corsano ed Émile Namer, uno dei padri della nuova storiografia vaniniana.

Il suo capolavoro, il saggio “Le categorie centrali della filosofia del Vanini”, pubblicato per la prima volta in polacco nel 1970 (in italiano nel 1975), ha rappresentato e rappresenta ancora oggi una pietra miliare degli studi vaniniani.

Ma Andrzej Nowicki non è stato solo un fine ed appassionato studioso. Non è stato solo un pensatore originale ed innovativo. È stato soprattutto un Maestro. Un Maestro di umanità e di dignità. Lo piange la sua famiglia. Lo piangono i suoi molti allievi. Lo piangono i suoi amici e colleghi vaniniani salentini, particolarmente Giovanni Papuli, Francesco Paolo Raimondi, Domenico Fazio. Lo piange Taurisano. Lo piange l’Università del Salento, che gli renderà omaggio dedicando alla sua figura e alla sua interpretazione del pensiero di Vanini una Tesi di Laurea in Storia della filosofia.

Grazie Prof. Nowicki. Grazie Maestro.

(Mario Carparelli)