mercoledì 8 febbraio 2012

In memoria di Anacleto

Purtroppo Anacleto non è riuscito a vedere stampato il suo libro La batracomachia di Bayreuth. Nietzscheani contro Wagneriani (Il Prato, Padova 2012). Il 4 febbraio del 2012 ci ha improvvisamente abbandonati. Con lui abbiamo perso un intellettuale di prim’ordine, animato da autentico spirito critico e da una passione rischiaratrice degna di Voltaire: i suoi libri su Nietzsche, Schopenhauer e Bruno – per citare solo alcuni tra i più noti – resteranno sempre a testimoniare della sua libertà di ricerca e della sua profonda verve filosofica. Essi, del resto, costituiscono già altrettante pietre miliari della storia delle interpretazioni. Conoscevo Anacleto da non molti anni, ma era subito nata tra noi una splendida amicizia, basata su reciproca stima intellettuale e su un affetto autentico, che portava ciascuno di noi a vedere nell’altro un amico vero, di cui potersi fidare e – come sempre capita con le vere amicizie – con cui trascorrere momenti sereni, parlando liberamente di tutto. Con lui ho perso un amico. Un amico vero, di quelli che, quando vengono a mancare, senti che anche una parte della tua vita si spegne. Anacleto teneva moltissimo all’uscita di questo suo libro, che in qualche misura costituisce il suo testamento filosofico. Ne aveva riletto molte volte, con cura, le bozze ed era sempre pronto ad apportare modifiche per perfezionarlo. Mi parlava già, con entusiasmo, delle presentazioni che avrebbe voluto farne con me a Torino e in Liguria. Il libro sarebbe dovuto uscire di lì a pochi giorni. Fata libelli habent sua, si dice: il singolare destino di questo libro è di vedere la luce in assenza del suo autore, che l’ha accompagnato fino alla fine, passo dopo passo, quasi a volerci consegnare l’opera perfetta, il suo testamento spirituale. Leggendo le pagine di questo testo profondo e caustico, divertito e divertente ma, insieme, pungente e innovatore, sembra di poter scorgere il profilo di Anacleto, con il suo sguardo penetrante e fieramente critico, con quel suo sorriso irresistibile di cui era solito far dono agli amici.
 Diego Fusaro

 *Per gentile concessione della casa editrice “Il Prato” abbiamo qui pubblicato in anteprima il testo di Diego Fusaro che aprirà il summenzionato volume di Anacleto Verrecchia, la cui uscita è prevista entro la fine del mese di marzo.

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Gianmario Ricchezza · 676 settimane fa

Alla ripresa, ampliata, di vari suoi scritti, Verrecchia aveva fatto seguire una rievocazione molto toccante di Gobineau: a leggerla ora, suona come una premonizione del destino dell'autore di trovarsi sepolto a pochi passi dallo scrittore francese che aveva brillantemente recuperato dall'oblio, non tanto del tempo quanto delle idee totalizzanti che impediscono, a volte per secoli come nel caso di Giordano Bruno, autore amatissimo dal Verrecchia, di cogliere quanto di naturalmente positivo si cela nelle considerazioni sociali artificialmente negative. Un plauso al Prato Editrice e a Fusaro per la dimostrazione di nobiltà di spirito.

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